Volume 5 della collana “le transappenniniche” – Il Sentiero Editore 2017 – Formato cm 13,5×21 – 176 pagg. a colori comprendenti 28 tavole cartografiche in scala 1:25.000 Euro 18,00
E’ il naturale ritorno del Sentiero degli Dei da Bologna a Firenze con un percorso più bello, in mezzo alla natura, e in massima parte su sentieri, senza carrozzabili.
In sette tappe si può raggiungere Faenza passando nei luoghi più belli in prossimità del percorso della famosa 100 chilometri del Passatore. Una volta raggiunta in sei giorni la Vena del Gesso però, con altri cinque giorni di cammino, si può anche arrivare a Bologna su “il Cammino Preistorico da Faenza a Bologna”, un trekking percorribile in tutte le stagioni dell’anno, inverno compreso,, che tocca due grotte preistoriche visitabili e un sito archeologico etrusco-celtico. I due percorsi sono stati pubblicati nello stesso volume.
Il libro è corredato di tutte le cartine in scala 1:25.000 dei due percorsi con indicate tutte le strutture ricettive disseminate lungo il tracciato per poter suddividere i due trekking in tappe a misura di ogni singolo escursionista.
Recensione di Mattia Bianco della Rivista Camminare:
” Chi ha percorso o sta ragionando di percorrere la Via degli Dei da Bologna a Firenze, è probabilmente entrato in contatto con la storica guida scritta da Paolo Cervigni. Chi ha percorso l’itinerario non ha paura di dire che si tratta della miglior guida a questo percorso. La stessa qualità si ritrova nella guida al Sentiero del Passatore e al Cammino Preistorico, pubblicate nel 2016 dallo stesso autore attraverso la sua casa editrice Il Sentiero.
Credo che il perché sia facile da individuare: prima di iniziare a scrivere guide escursionistiche, per 15 anni Paolo Cervigni le ha utilizzate. E non solo come escursionista, ma come accompagnatore professionale di montagna in Emilia Romagna.
Questa professionalità si riscontra nella praticità della guida di cui sto parlando, e soprattutto in un elemento: nelle cartine. È rarissimo potersi mettere in cammino facendo affidamento solo sulle cartine stampate nella guida, ma questo è uno di quei rari casi. Le mappe che accompagnano ogni tappa (alcune divise su più pagine), sono tutte in scala 1:25.000, le stesse, e con lo stesso livello di dettaglio, che avreste a disposizione acquistando una carta topografica. Ho voluto sottolinearlo perché è la prima volta che mi capita di vedere una guida con cartine davvero adeguate.
I due sentieri
La guida propone due sentieri che possono essere percorsi come un unico lungo itinerario. Il primo, il Sentiero del Passatore, ha inizio a Firenze e si conclude a Faenza; il secondo parte da Faenza e conduce a Bologna. Complessivamente potrebbe essere considerata come una variante alla famosa Via degli Dei, o una via di ritorno.
Il Sentiero del Passatore
Il Sentiero del Passatore si trova negli stessi luoghi in cui si svolge la celebra gara podistica 100km del Passatore. E nasce proprio da questa gara: Cervigni scrive nell’introduzione che decise di tracciare un unico cammino in quelle terre proprio dopo aver partecipato alla 100km, e aver deciso di volerci riprovare a un ritmo più lento.
Per chi non conosce la zona, la storia del nome è interessante. Il Passatore fu un brigante che operò tra Emilia Romagna e Toscana a metà del 1800. Il suo nome era Stefano Pelloni. Il tempo tende spesso a idealizzare queste figure ponendo l’accento sull’ideale di libertà di chi non si piegava alle regole ma imponeva le proprie. A 25 anni il Passatore guidava una brigata di un centinaio di uomini che razziavano tra le province di Bologna, Ravenna, Forlì e Ferrara grazie a una rete ben pagata di informatori, anche tra le forze dell’ordine.
Il soprannome Passatore si deve al mestiere del padre, Passador in dialetto locale, il quale traghettava i viandanti lungo il fiume Lamone.
Il Cammino Preistorico
La storia del Cammino Preistorico è invece assai più antica, e deve il suo nome ai luoghi caratteristici che si incontrano durante la marcia. Il suo fascino sta nel percorrere gli stessi sentieri che venivano calpestati 4000 anni fa da uomini e donne ben più avventurosi di noi, che si mettevano in cammino senza i nostri supporti tecnologici, senza questa guida e senza aver dato un nome al sentiero, ma aiutandosi solo con la memoria, l’osservazione e l’interpretazione della natura e della geografia.
L’itinerario tocca la Grotta della Tanaccia e la grotta del Re Tiberio, entrambe visitabili. Al loro interno sono stati rinvenuti reperti risalenti a 2400 anni prima di Cristo. Si incontrano poi gli scavi archeologici del Monte Bibele, dove Celti ed Etruschi vivevano tra il IV e il III secolo prima di Cristo. Si cammino infine nei pressi di una serie di grotte nei Gessi Bolognesi, nelle quali sono state rinvenute tracce dell’uomo risalenti a 5000 anni fa.
La guida
Ripeto, l’eccezionalità della guida credo siano le sue cartine, con le quali è possibile mettersi in cammino senza timore… o con la stessa sicurezza che avremmo acquistando una mappa della zona 1:25.000. Prima ancora dell’introduzione ci sono due pagine dedicate ai dati generali dei due cammini. Sotto un certo punto di vista possono intimorire, perché danno un’idea del dislivello complessivo che si va ad affrontare. Ricordiamo che siamo sugli Appennini, e non in pianura, per cui un po’ di salita è più che normale; e in effetti alcune tappe sono piuttosto impegnative dal punto di vista del dislivello e della lunghezza chilometrica. Ciò è dovuto al fatto che la zona non è molto “turistica”, quindi i rifugi e i posti tappa a volte sono distanti fra loro.
Le due pagine di riassunto sono però molto utili perché raccolgono nella stessa pagina i dati sui punti di partenza dei mezzi pubblici. Sia che decidiamo di percorrere per intero uno degli itinerari, o che abbiamo a disposizione solo un weekend, queste informazioni ci saranno preziose per organizzare il recupero dell’auto.
La pagina di ogni tappa contiene le informazioni fondamentali: luoghi di passaggio (e altitudine), lunghezza in chilometri (importante: non tutti la indicano), dislivello, stima del tempo necessario, presenza di mezzi pubblici, presenza di acqua, segnavia da seguire, caratteristiche del percorso e inquadramento geografico. I posti tappa sono inseriti durante la descrizione vera e propria della tappa, in un box che ne riporta i dati di contatto.
La guida riporta inoltre molte varianti al sentiero principale.
Infine gli approfondimenti. Nonostante la grande cura nella descrizione dell’itinerario, la guida non dimentica di parlarci della storia, la geografia, la natura, la cultura dei luoghi e della geologia. Lo fa, durante tutto il testo, con dei riquadri dedicati che approfondiscono alcuni aspetti legati al territorio attraversato.