(escursione consigliata per maggio-ottobre)
Non so quando capiterà a voi, ma io verso metà agosto ne ho fatto una bellissima scorpacciata: lamponi belli, purpurei, vellutati, dolci, con quella punta amarognola, che chiedevano solo di essere assaggiati.
Il sentiero é di quelli larghi, tranquilli, da percorrere a perditempo, anche coi bambini, chiacchierando, magari verso sera quando il sole, tramontando dietro le Apuane fa risaltare la loro cresta seghettata che si staglia contro l’orizzonte rosato. L’ambiente é dell’alta faggeta appenninica, che lascia qua e là il posto ad ampie praterie utilizzate un tempo per il pascolo transumante. La vegetazione é intatta. Il panorama si apre sulla profonda Garfagnana, punteggiata da borghi, e la notte da luci.
Da Carpi si prende la strada per Rubiera-Sassuolo e di qui la superstrada in direzione delle Radici fino a Ceredolo. Ci si inerpica con infiniti tornanti fino a Montefiorino-Frassinoro (bei panorami) – Piandelagotti e all’Imbrancamento (fontana gelida) si sale a destra gli ultimi tre chilometri in forte salita fino a raggiungere il passo delle Radici.
Il sentiero inizia proprio a fianco dell’albergo Lunardi, verso San Pellegrino (segnavia bianco-rosso CAI, GEA e GT), segue in discesa uno ski-lift e poi verso destra traversa lungamente in quota fino a giungere alla magnifica Villa Bianchi, un antico alpeggio affacciato in splendida posizione panoramica, su una scoscesa dorsale prativa. Di qui con una stradetta bianca, tenendo sempre la sinistra, si raggiunge San Pellegrino in Alpe. L’antico borgo, appollaiato a 1500 metri di altitudine, su di una stretta dorsale che scende dall’alto crinale merita una visita accurata al millenario santuario, al museo della civiltà montanara allestito nei locali dell’antico ospizio di servizio alla secolare Via Bibulca (divenuta alla fine del ‘700 la Via Vandelli) e per assaggiare i famosi tortelloni di Pacetto, che meritano spesso il bis.
Per tornare alle Radici si può percorrere a piedi la deserta strada asfaltata, ma se si ha ancora voglia di sentieri, da dietro l’albergo di Pacetto una bella mulattiera sale in poco tempo fino alla linea spartiacque fra l’Emilia e la Toscana in località “Giro del Diavolo” dove la tradizione dipinge il santo Pellegrino impegnato a respingere le tentazioni del Demonio. Il luogo é segnato da cumuli di sassi, anche di grossa mole, portati qui per voto, nel corso dei secoli, da pellegrini venuti (col masso) da tutta Europa. Una strada bianca in discesa ci porta al Passo del Fornello (una stele di arenaria contrassegna l’incrocio con l’antica Via Vandelli che sale a destra) e di qui per la strada asfaltata si torna al passo delle Radici. (per il giro completo, facilissimo e quindi adatto anche a famiglie con bimbi piccoli, nello zaino e per mano, calcolare 2-3 ore).
Paolo Cervigni
Cartografia:
Carta dei sentieri del CAI di Modena in scala 1:25.000