Anello dei castelli intorno a Pavullo

Anello dei castelli intorno a Pavullo
(Periodo consigliato settembre-maggio)

Giungendo da Modena, entrando a Pavullo per la strada a mancina, la vecchia via Giardini, si arriva al palazzo ducale, il primo  a sinistra, dove si parcheggia. Il palazzo é circondato da un parco appositamente realizzato per i duchi di Modena che annovera decine di piante ultracentenarie gigantesche, molte esotiche come allora si usava, che meriterebbero loro stesse da sole una passeggiata apposita per osservare questi giganti naturali, che hanno visto passare sotto le loro fronde decine di generazioni umane. Ci sono sequoie enormi, cipressi colonnari e un magnifico cedro del libano sotto i cui larghissimi rami passeremo.

A sinistra del palazzo entriamo nel parco seguendo verso destra un vialetto che giunge al prato  in mezzo al quale “regna” il cedro del libano anzi detto. Toccato il suo tronco proseguiamo dalla parte opposta in salita seguendo un vialetto verso sinistra che diventa mulattiera che sale con un giro in senso orario su un dosso coperto da un querceto. Andiamo a Nord, poi scendiamo a sinistra per un sentiero che sfocia sull’angolo inferiore di un campo. Ne seguiamo il bordo inferiore in salita giungendo sull’angolo opposto su una carrareccia che nella stessa direzione, in un bosco scende a guadare un rio e risale dalla parte opposta a un campo che si contorna sulla destra. Dopo una curva a sinistra si arriva a una colonica disabitata raggiunta da una strada che seguiamo e che incontra un bivio con un sentiero segnato che trascuriamo. Proseguiamo dritto sulla strada con bei panorami a destra sulle torri di Lavacchio e di Gaiato giungendo ad un incrocio dove andiamo dritto su mulattiera che sfocia sulla rotabile per Castagneto e Verica a fianco di un caseificio con un vecchio edificio recentemente restaurato così com’era e destinato alla vendita dei prodotti caseari. Si segue la carrozzabile (dritto) verso Est e poi si devia a destra al primo incrocio e si segue questa stretta asfaltata andando a sinistra al primo bivio e raggiungendone un secondo dove si tiene la destra. La strada diventa sterrata e cala a destra di un dosso (bella vista della piana di Pavullo e del castello di Montecuccolo e del monte della Croce sul quale passeremo alla fine) a un incrocio dove si prosegue dritto su una ripida mulattiera, spesso fangosa, che sale alla strada che verso sinistra ci porta a Lavacchio. Qui si ammira la torre che svetta su una cima con un panorama a 360°, la chiesa settecentesca con un bel campaniletto a vela e il panorama sulla valle del Panaro che si domina dietro l’abside, chiuso dalla parte opposta dalla dorsale Reno-Panaro sul quale si intravvedono i paesi di Zocca e Montese, 1h30′.
Tornando indietro si passa a fianco del ristorante La Fiaba, che fa  crescentine fra le migliori di tutto l’Appennino, si ammirano i murales (alcuni purtroppo malridotti dalle intemperie) che adornano le case e un brutto muro di cemento armato, si ripassa dal bivio precedente e tirando dritto si cala ad un incrocio su un crinale dove si prosegue dritto su carrozzabile che segue il colmo di un dosso prativo, panoramico, fino a un bivio dove ci dirigiamo verso sinistra a Montorso, dove si può fare uno spuntino sulle panchine di fronte alla facciata della solitaria chiesa (fontana), 1h00′-2h30′.
Saliamo per cento metri sulla stessa via di prima e poi deviamo a sinistra per una mulattiera segnalata con un cartello e segnavia bianco rossi della “Via Romea” salendo poi subito a destra. Si contorna il bordo superiore di un campo e poi si cala di quota andando a guadare, verso destra nel bosco un ruscelletto. Dall’alta parte a un bivio si tiene la sinistra e si sale con una curva ampia in un bosco giungendo sul bordo di un campo che si contorna sul lato superiore. Si giunge a una casa colonica a lato della strada asfaltata per Gaiato che dobbiamo seguire in salita passando un bell’edificio a corte chiusa di recente restaurato ed adibito a ristorante. Attenzione, prima di raggiungere alcune case sulla sinistra della strada si prende una mulattiera a destra, 0h50′-3h30′ (seguendo la strada per 400 metri si può andare a prendere il caffé a Gaiato) che cala nel bosco a un bivio dove andando a destra su una carrareccia si cala al borghetto di L’Amola, segnato da una bella cappelletta e seguendo la strada asfaltata si sfocia dietro la chiesa di Renno, uno dei più insigni monumenti del romanico in Appennino, 0h40′-4h00′.
Si attraversa la strada Pavullo-Sestola salendo ripidamente fra le antiche case di Renno di Sotto (meritevoli di un’attenta osservazione, come del resto abbiamo già fatto per la pieve) per la vecchia strada che portava al castello. A un bivio a fianco di una casa isolata deviamo a destra con una bella mulattiera che ci permette di andare a visitare anche il magnifico borgo fortificato di Renno di Sopra, dominante la valle dello Scoltenna (tutti abitati satelliti intorno al potente castello) malamente mantenuto, ma che mostra pregevoli edifici del 16° secolo che meriterebbero ben altra sorte, 0h20′-4h20′.
Usciamo dallo storico abitato per una stretta via che incontra un bivio fra un frutteto dal quale verso sinistra raggiungiamo l’abitato di Pianta Croce, storico borgo troppo rimaneggiato, su un angolo della Giardini, 0h10′-4h30′.
Si sale dalla parte opposta con una antica mulattiera che piega a sinistra e raggiunge un magnifico storico borghetto privato che si sviluppa intorno ad un cortile quadrato e proseguendo dritto sotto un castagneto ben tenuto si piega a destra a un bivio, poi si sale a sinistra, con una strada acciottolata rifatta, alla porta da cui si accede al castello di Montecuccoli, che si può visitare, pieve compresa, 0h20′-4h50′.
Si sale dall’altra parte con una strada asfaltata a un piazzale su un dosso dove giriamo a sinistra infilando una mulattiera che si biforca. Teniamo la sinistra e su sentiero percorriamo tutto il crinale alberato che ci fa raggiungere prima una cima con una cisterna ed infine il Monte della Croce, m 896, entrambe purtroppo coperte dalla vegetazione, su cui svettano due croci di legno, 0h30′-5h20′.
Un sentiero cala ripido nel bosco dalla parte opposta a un bivio dove verso sinistra si raggiunge una sella, attraversata da una carrareccia, con due enormi depositi dell’acquedotto di Pavullo. Seguiamo questa carrareccia verso destra che arriva a un gruppo di case isolate collegate da una asfaltata che seguiamo verso sinistra fino all’ultima casa (che lasciamo a sinistra) che ha alcune macine da mulino in mostra a fianco del recinto. Si arriva su uno spiazzo chiuso dove si prosegue dritto nel bosco su sentiero che compie una diagonale in discesa fino a sfociare su una carrozzabile asfaltata. A un bivio andiamo a sinistra arrivando in discesa a uno spiazzo a fianco dei campi sportivi di Pavullo, ormai in periferia del paese, 0h40′-6h00′.
Verso destra arriviamo al primo bivio dal quale saliamo a sinistra, tirando dritto con una strada in piano al primo incrocio e, prima che essa salga, scendiamo a destra  a passare la circonvallazione di Pavullo su un ponte che ci porta in centro sulla via Giardini. Percorrendola verso sinistra attraversiamo il centro storico, passiamo a fianco della parrocchiale e ritorniamo al punto di partenza, 0h30′-6h30′.

Paolo Cervigni

Cartografia: Carta escursionistica in scala 1:50.000 “I sentieri del Frignano” SELCA – Firenze