Anello delle Cascate del Doccione

Anello delle Cascate del Doccione
(periodo consigliato da maggio a ottobre)

Sono le più alte cascate del modenese di origine tettonica formatesi per effetto di una paleofrana che ha creato l’altipiano dei Taburri e spostato verso Ovest il corso del Doccione su di un salto di rocce. La cascata nel complesso supera un dislivello di 120 metri diviso in quattro salti di cui il maggiore è quello più a monte a cui segue un tratto di scivolamento poi altri tre salti più in basso. Si accede alle cascate mediante un sentiero che si stacca dalla strada per i Taburri dal primo tornante a monte delle Casulie dove di recente ne è stato aperto un secondo, finanziato dalla CEE, con pendenze contenute e costanti  per l’accesso anche a disabili. Per vedere però tutti i salti il sentiero migliore é quello non segnato (difficoltà EE) che andiamo a descrivere.
La portata del corso d’acqua é molto variabile: d’estate il Doccione é quasi asciutto sia per le minori piogge sia per la captazione ormai selvaggia (a fronte di richieste sempre maggiori d’acqua, che però purtroppo é un bene finito) di tutte le sorgenti anche a monte delle cascate che impoveriscono notevolmente l’afflusso d’acqua; in primavera e in autunno invece le cascate si riempono d’acqua e lo spettacolo diventa entusiasmate e nei momenti di grosse piene addirittura spaventoso sia  per il fragore che per la potenza devastante.
Bisogna fare attenzione a non scendere troppo vicino all’acqua per il pericolo di scivolare,  incombente in ogni stagione vicino al torrente per la presenza sui sassi di una pellicola invisibile estremamente sdrucciolevole che ha causato diversi incidenti, anche mortali.
I tempi di percorrenza sono indicativi in quanto, vista l’unicità dei luoghi sarebbe bene dedicare al giro un’intera giornata fermandosi ogni volta nei punti che più piacciono. A I Taburri sono presenti panchine e una fontana in cui consumare la colazione al sacco e un rifugio che presto dovrebbe essere aperto.

Da piazza Corsini in centro a Fanano si sale a Fellicarolo e proseguendo con la carrozzabile sul fondovalle si passano le Case Nesti e dopo due tornanti Il Colombano e si arriva alle case Baiocco dove si parcheggia su uno slargo a destra della strada.

Si parte a piedi da Casa Baiocco, ultima casa a valle delle Casulie, posta su una curva a sinistra della carrozzabile per I Taburri, dove sulla destra si trovano tre garages. Dopo i garages si stacca sulla destra la carrareccia per Serralta di Qua (segnavia N. 435) che seguiamo fino al torrente Doccione. Senza guadare il rio oltrepassiamo verso sinistra una recinzione e seguiamo per tracce di sentiero di pescatori il corso del torrente portandoci sotto al primo salto delle cascate, il meno osservato dal grosso pubblico.
Di qui con un po’ di fatica e molta attenzione si sale con qualche tornante, per tracce, aggrappandoci anche agli alberi, verso sinistra nel bosco  fino ad arrivare sul soprastante sentiero segnato proveniente dal tornante della strada carrozzabile per I Taburri a monte delle Casulie, 0h25′.
Si segue ora il sentiero segnato, in parte a gradini, che sale nel bosco il più vicino possibile dalle cascate, saltando il sentiero per disabili, e si porta sotto a ciascuno dei tre salti rocciosi dove occorre fare molta attenzione e non sporgersi troppo perché a causa dei sassi molto umidi e scivolosi sono successi purtroppo diversi incidenti.
Raggiunta la sommità dell’ultimo balzo si segue il corso piatto del torrente fino ad una carrareccia che guada il ruscello. Qui transitano i sentieri per il Libro Aperto, per il Pizzo delle Secche, per il Cimone, e per la Capanna del Cimoncino, rispettivamente segnavia N. 433, 435 e 445, 0h20′-0h45.
Seguendo la strada verso sinistra si arriva ad un bivio e ancora verso mancina si scende a i Taburri, un antico alpeggio dove restano in piedi tre case di cui una adibita una decina d’anni fa a rifugio, non ancora aperto, 0h05′-0h50′.
Per tornare a Casa Baiocco seguiamo la mulattiera non segnata che si stacca dalla sterrata fra il rifugio e un ruscelletto (Fosso Infernino) e scende ad una antica, bella casa fedelmente restaurata, dove gira a destra e si inoltra nel  bosco fino a toccare una casa sottostante. Senza toccare la strada scendiamo a sinistra sulla vecchia mulattiera che oltrepassa un rio e raggiunge ancora la strada per i Taburri. Verso destra passiamo fra due antichi fienili, proseguendo dall’altra parte della strada su una sterrata che passa vicino ad una stalla e a monte delle case La Proda, toccando poi una casa abbandonata chiamata Casa del Vento. Qui la mulattiera si biforca: verso sinistra è larga e facilmente percorribile e scende alle sottostanti Casulie già visibili, e a 100 metri dall’auto, ma la vecchia strada dalla Casa del Vento prosegue dritto ed ora è percorribile con fatica a causa della vegetazione infestante. Chi vorrà percorrerla lo stesso sbuca sull’asfaltata per i Taburri, su un sentiero poco visibile dalla strada, 50 metri a monte dal bivio dove siamo partiti, a fianco delle Case Baiocco, 0h25′-1h15′.

Paolo Cervigni

Bibliocartografia: Paolo Cervigni: Guida ai sentieri dell’alto Appennino Modenese dal Corno alle Scale all’Abetone – L’Escursionista Ed.