(periodo consigliato: agosto)
Da Ponte Venturina (uscita autosole a Casalecchio e poi Porrettana fino a Porretta e Ponte Venturina) ci dirigiamo in auto verso Pracchia. La strada è misurata ogni chilometro, con inizio dal Ponte della Venturina, da cartelli rettangolari bianchi, e, passato quello che segnala il km. 3 c’è un bivio poco evidente e poi un tornante a sinistra su di un ponte e uno spiazzo a mancina della strada dove si possono parcheggiare diverse auto.
Tornati a piedi al vicino bivio si sale per la vecchia strada costruita per collegare più velocemente il paese di Granaglione all’edificio comunale quando questo venne spostato a Molino del Pallone perché più facilmente raggiungibile con la strada e la ferrovia. Ben presto questa strada venne chiamata dai locali “la via dai muri tondi” per l’effetto visivo che davano dal basso i lunghi muri che reggevano la strada a valle e soprattutto i diversi ravvicinati tornanti sostenuti da alti muri curvi in sasso realizzati per poter curvare lungo l’acclive versante rupestre.
Attualmente la vista complessiva dell’opera è parzialmente nascosta dalla folta vegetazione cresciuta in ogni spazio libero. Fu una costruzione non facile per l’epoca in cui venne realizzata e venne abbandonata quando l’affermarsi dell’auto richiese strade anche più lunghe, ma meno ripide. L’instabilità del versante poi, con frequenti frane e cadute massi, ne decretò infine l’abbandono totale. Il percorso però ben si presta ancora al traffico pedonale e delle mountain-bike, anche perché il pericolo di cadute massi nei periodi estivi e poco piovosi non è superiore a tanti altri sentieri più frequentati. Oltre per i ciclopici muri di sostegno a valle e a monte, la strada merita una visita anche per i parapetti completamente in sasso messi in opera in loco, per i paracarri sempre in pietra locale e per il bel panorama assolato visibile dalla strada sul fondovalle boscoso del Reno.
Altro fatto positivo, che da solo basterebbe a far smuovere certi miei amici è che il tracciato è affiancato da migliaia di cespugli di more che in agosto producono quintali di favolosi frutti che non aspettano che di essere raccolti. Io inoltre, durante il sopralluogo ho visto da vicino una tranquilla famiglia di cinghiali che pascolava sulla sede stradale, come spero possa accadere anche a voi.
La strada sale con pendenza costante con sei tornanti e nel primo tratto attraversa diversi punti scavati nella roccia. Al settimo tornante si arriva a valle delle prime case dove il fondo diventa asfaltato e la strada prende il nome di “via dei muri tondi”. Con l’ottavo tornante si volta a destra e si sale alla vicina chiesa parrocchiale di Granaglione. Attualmente circa a metà è interrotta da una frana che a piedi si può facilmente oltrepassare, 0h50′.
Se si vuole effettuare un anello, dopo un’attenta visita dei borghi di Granaglione a valle e a monte della carrozzabile (si può anche visitare la fabbrica di birra, la xiloteca e il canniccio per seccare le castagne), verso sinistra si segue la strada in piano per Sambucedro fino al terzo tornante dove si scende a sinistra al santuario di Calvigi 0h50′-1h40′.
Visitato il santuario si scende con il sentiero segnalato dal CAI col 131A, che segue una dorsale alberata fino a tornare sulla Traversa di Pracchia al suo Km 5 e quindi a due chilometri dalla partenza, 0h30′-2h20′.
Dobbiamo ora seguire la strada che costeggia la riva del Reno, che scorre più in basso di circa una ventina di metri, ma se siamo in estate e c’è caldo non possiamo fare ameno si scendere sul greto del fiume e di fare il bagno, come una volta, nelle limpide vasche di acqua pulita. Per la strada, quasi senza traffico, torniamo poi al punto di partenza, 0h40′-3h00′.
Se non ci manca lo spirito d’avventura, fatto il bagno, possiamo seguire verso valle il greto per meno di due chilometri per poi arrampicarci fino alla vicina strada, sulla scoscesa riva, nei punti in cui vediamo che la salita e il bosco lo permettono.
Il percorso é adatto anche a famiglie con bambini, specie se grandicelli, i quali si divertiranno come matti a fare il bagno nel fiume a camminare lungo il greto e, forse, anche ad arrampicarsi su per la riva per tornare sulla strada….. in ogni caso conviene provare!
Paolo Cervigni
Bibliocartografia:
Paolo Cervigni: Guida ai sentieri dell’Appennino bolognese dal Reno al Corno alle Scale – Ed.L’escursionista