Pian dello Stellaio

(escursione consigliata per settembre)

Gran Canon, Frontiera, Arizona, Texas evocano paesaggi sterminati, visti solo nei Western, aridi, rossastri……. e invece a cosa ci fanno pensare i più caserecci toponimi di Banditelli, Lazzaroni, Trogoni, Muschini, e i più rassicuranti Boni e Pacchioni?
    Questi ultimi sono tutti borghi semi o del tutto abbandonati nella valle del Randaragna, nome che anch’esso fa aggrovigliare la lingua, affluente di sinistra del Reno. La Frontiera é quelle fra le provincie di Bologna e Pistoia e cioè fra Emilia e Toscana.
    Per andarci si esce dall’Autostrada del Sole a Casalecchio, si imbocca la Porrettana, si oltrepassa Porretta Terme e a Ponte della Venturina si gira a destra. Passato il Mulino del Pallone (si dice che il suo mugnaio fosse spesso in stato di ubriachezza, in dialetto bolognese: “bala” da cui il termine “al mulein dal baloun” é stato malamente trasportato in italiano nel Mulino di un improbabile Pallone col quale non si é mai giocato in queste lande scoscese) si sale a destra a Boni, Calistri e Lazzaroni dove si lascia l’auto.
A monte del borghetto si attraversa il Randaragna e si sale a destra con una recente strada bianca che ci conduce al borgo di Pacchioni, del quale resistono in piedi solo due case, costruito sulla testata della valle con un incantevole panorama sui boscosissimi versanti punteggiati ogni tanto dai tetti rossi di case sparse.
Di fronte alla fontana della prima casa si sale (segnavia bianco-rosso N. 145) con un sentierino che segue una dorsalina erbosa, immettendosi poi sotto una faggeta dove si inerpica con faticosi tornanti per superare alcuni gradoni di roccia. Alla fine della salita si arriva a Pian dello Stellaio, a 1350 metri di quota, sulla dorsale Monte Cavallo-Poggio delle Ignude.
L’ampia radura erbosa, segnata dalle raspate di cinghiali, é il posto ideale per una colazione all’aperto. L’acqua di sorgente (segnalata) é a dieci minuti di cammino dalla parte opposta a quella d’arrivo. Calcolare 1h30′ per la salita e un’ora per il ritorno.
Tornati all’incrocio di Lazzaroni, seguendo in discesa il Randaragna, possiamo andare a vedere le omonime belle cascate con una digressione di altri 20 minuti, con un sentiero a tratti difficile, che però possiamo evitare se ci limitiamo a guardarle, con spocchia, dall’alto in basso.
Percorso semplice, ma non facilissimo, adatto anche a famiglie con adolescenti.

Paolo Cervigni
Bibliografia:
Paolo Cervigni: Guida ai sentieri dell’Appennino bolognese dal Reno al Corno alle scale – Ed. L’Escursionista