Sulle tracce della via Bibulca dal Pescale a Castelvecchio
(Periodo consigliato settembre-maggio in stagioni asciutte)
La ricerca di una storica via di valico appenninico, etrusca o addirittura antecedente, é sempre un’operazione controversa dato che non si possono trovare reperti archeologici sui manufatti e non ci sono giunte precise informazioni sui percorsi seguiti. Si sa per certo che una antica via, che permetteva il passaggio di due buoi appaiati (da qui il nome successivo di Bibulca) collegava Sassuolo alla Garfagnana attraverso il passo delle Radici. Studiando percorsi logici, sulla base anche delle tipologie dei principali tracciati seguiti successivamente, si sa che lastrada toccava Sassuolo, Montestefano, Montefiorino, Frassinoro, il Colle dei Morti, i Prati di San Geminiano, il Passo delle Radici e San Pellegrino in Alpe. Nel tratto delle prime colline sopra a Sassuolo si pensa che un probabile tracciato potesse essere quello che proponiamo all’andata o, se non proprio quello in tutti i punti, un percorso analogo parallelo. Il ritorno avviene in ambiente fluviale, quantomai selvaggio a poca distanza da centri abitati con un ultimo passaggio, evitabile, su facili roccette.
Arrivando da Carpi o da Reggio a La Veggia si attraversa il vecchio ponte sul Secchia verso Sassuolo e subito dopo si devia a destra (indicazioni San Michele, Prignano) passando a monte del palazzo ducale e, voltando a destra a una grande rotonda sopra una salitella, si arriva al paese di San Michele Mucchietti ormai attaccato a Sassuolo. Dopo due chilometri si tocca un bar sulla destra della strada, si attraversa un ponte con guard rail sul Pescarolo e si trova sulla sinistra un incrocio con via Piane e subito dopo uno slargo dove si può parcheggiare a destra della strada. Bella vista del sottostante greto del Secchia e della rupe che sostiene il colle erboso del Pescale, sul quale sono stati effettuati ritrovamenti archeologici relativi a un grande villaggio preistorico risalente al quinto millennio a. C.
Si sale per via Piane con una carrozzabile fino all’omonima borgata dalla quale si prosegue con una carrareccia che aggira sulla sinistra un colle alberato e giunge su una asfaltata che verso sinistra ci fa salire alla bella chiesa settecentesca di Pigneto, 0h40′.
Si prosegue su carrozzabile che ci porta a La Volta dove si continua fra i campi con una sterrata che volge a sinistra e poco dopo la si lascia, attenzione, all’altezza di una quercia isolata dove si scende a destra per tracce di sentiero, in ultimo fra calanchi, a un fosso asciutto, il Rio Alegara. Lo si segue a destra sul greto e sulla riva opposta fino a oltrepassare un suo affluente e salire subito a sinistra prima a una colonica disabitata, poi con una strada bianca al borgo di Alegara, 0h40′-1h20′.
Verso mancina si tocca un bivio asfaltato dove si va a sinistra e dopo 100 metri si sale a destra con una mulattiera fra i campi, poco evidente, che raggiunge la sommità di una collina coltivata che si percorre verso (sinistra) Nord. Ad un incrocio si tiene la destra arrivando fra le case di Antico dove si sale a sinistra con una carrareccia e sul bordo di un campo il cima al monte Lauro, m. 575, il punto più elevato del giro, 1h00′-2h20′.
Si scende dalla parte opposta ad un incrocio su un crinale dove scendiamo a destra nel bosco con una mulattiera a mezza costa che raggiunge un incrocio a lato della chiesetta dedicata a San Rocco, che affianca l’antico borgo interamente ben ristrutturato di Quattro Gassoli, dove spicca una pregevole casa torre settecentesca, 0h30′- 2h50′.
Lasciamo a sinistra la mulattiera diretta a Castelvecchio e dirigendoci verso la casa torre infiliamo a destra un sentiero inizialmente segnalato con una palina bianco-celeste, che attraversa un tratto infrascato e piegando a destra guada un rio. Dall’alta parte si passa a destra il borgo di Tre Gassoli da cui si scende con una carrozzabile a tagliare la strada per Prignano, proseguendo la discesa oltre il borgo di Casale. Dopo tre tornanti fra i campi a un bivio si cala a destra alla casa La Torretta, 0h40′-3h30′, dove si prosegue a fianco del Secchia per tracce di carrarecce e sentieri interrotti da numerosi movimenti franosi. Si arriva così ad attraversare il torrente Alegara toccando dall’altra parte una casa colonica isolata raggiunta da una strada carrozzabile. Proseguiamo su una carrareccia a valle dell’edificio che si perde in un campo dove si prosegue su una traccia che passa a destra di un pioppo e piegando a sinistra sale a fianco di un palo della luce alle prime abitazioni di Casa Azzoni, 1h20′-4h50′.
Si attraversa tutto l’abitato sull’asfalto verso Sassuolo (sinistra) e dopo tre-quattrocento metri si devia a sinistra per una stradetta che scende ripida ad una casa isolata. Qui verso destra si segue su tracce il bordo inferiore di un campo e dove esso termina (e terminano anche i segni bianco-rossi) si scende a sinistra sul greto del fiume che si segue sul bordo destro guadando qualche basso rivolo. Si arriva cosi alla Stretta del Pescale, un’alta rupe verticale a fianco del Secchia, che si supera su una cengia rocciosa un poco inclinata a circa uno-due metri dell’acqua, naturalmente solo se c’è poca acqua nel fiume (in caso contrario da Case Azzoni si segue la strada carrozzabile fino al Pescale). Al di la delle rocce si prende una carrareccia che si biforca e seguendo il ramo di destra si sale alla strada asfaltata per Sassuolo, 0h50′-5h40′.
Verso sinistra si passa una centrale elettrica e si torna all’incrocio dove eravamo partiti, 0h20′- 6h00′.
Paolo Cervigni
Bibliocartografia: Comunità Montana Modena Ovest: Itinerari nelle valli del Dolo, Dragone, Rossenna, con carta 1:25.000 – SELCA-Firenze