Bell’itinerario, breve, facile, di fondovalle ,che consigliamo di percorrere a perditempo in primavera o autunno che si può “bruciare” anche in un solo giorno, ma al quale consigliamo di dedicarne due o magari il pomeriggio del sabato e l’intera giornata di domenica. Pracchia é raggiungibile comodamente in treno dalla stazione ferroviaria di Bologna facendo attenzione che molti treni, dopo Porretta non proseguono per Pracchia e Pistoia. In auto si esce dall’Autosole a Casalecchio e si raggiunge Porretta e Ponte della Venturina. Di qui a destra fino a Pracchia dove bisogna lasciare l’auto a fianco della stazione ferroviaria. La visita ai luoghi cari a Tiziano Terzani, grande viaggiatore e scrittore del novecento, permette di osservare una valle fra le più belle e incontaminate dell’Appennino, carica di boschi che lasciano sgombre solo le cime intorno all’alto crinale in questo tratto dominato dal Poggio delle Ignude.
1° giorno
Uscendo dalla stazione ferroviaria di Pracchia si scende a destra in paese trovando un incrocio e alla sinistra un ponte pedonale che passa il Reno sul quale passeremo al ritorno. Sulla destra si trova l’unico bar del paese gestito da un’associazione di encomiabili volontari locali. Passato il piccolo paese si scende all’incrocio stradale per Orsigna e proseguendo a destra, si arriva alla località Setteponti dove il torrente Orsigna confluisce nel Reno. Il toponimo deriva dai numerosi ponti stradali e ferroviari che qui si intersecano 0h20′.
A valle del ponte lasciamo la strada, passiamo dietro i ruderi di una casa e saliamo con una mulattiera massicciata al paese di Sabocchi, 0h10′-0h30′.
Seguiamo la carrozzabile d’accesso all’abitato fino al primo tornante dove saliamo a destra con un sentiero che ci porta con una decina di tornanti all’abitato di Vizzero, 0h15′-0h45′.
Giriamo a destra, passiamo a fianco della parrocchiale e raggiungiamo un bel lavatoio coperto dove la carrozzabile si biforca e seguiamo il ramo più a sinistra che termina a fianco del gruppetto di case dette Tadei, 0h10′-0h55.
Saliamo a destra dopo l’ultima casa con una mulattiera che si biforca a fianco di un pilastrino votivo dove giriamo a sinistra e in quota nel bosco raggiungiamo il piccolo abitato di Poggio Gnocco, 0h20′-1h15′.
Seguiamo la carrozzabile che esce dal paese ed arriva a Case Fagnoni, 0h10′-1h25′, passate le quali, ad un incrocio stradale saliamo a destra alle case Colonna, dove la strada termina, 0h10′-1h35′.
Si prende la stradetta più a sinistra che in leggera discesa, verso Nord, va a passare un vicino rio. Sempre in quota si attraversa un secondo ruscello con fontana dopo il quale a un bivio si sale a destra ad una maestà su un bivio dove, tirando dritto per sentiero si scende alle case Sandrella. Dopo le case si segue la carrozzabile in salita pervenendo all’albergo La Selva l’unico ancora in esercizio nella vallata, 0h25′-2h00′.
2° giorno
Si segue la strada priva di traffico in salita tenendo la sinistra a un bivio e giungendo alla Fonte del Pinguino ed alle case Gavazzi, m. 1070, dove l’asfalto termina. Si prosegue dritto fino a un tornante della strada dove si incrocia il sentiero N. 5 proveniente da sinistra da Orsigna e diretto di fronte a Porta Franca e a destra al passo del Termine. 0h50′.
Si scende a sinistra con una larga mulattiera fra gli alberi che si abbandona per attraversare verso destra il primo bel borghetto di Aldria dove torneremo al ritorno, 0h05′-0h55′.
Dall’altra parte si segue una carrozzabile in salita fino alle Case Cucciani 0h10-1h05′, dove si prosegue a piedi davanti alle case si arriva ad un fosso. Verso mancina si prosegue in falso piano con una mulattiera a fianco di un muro a secco salendo poi con un tornante a un’apertura di una siepe a valle del sentiero attraverso la quale si entra in un campicello dove svetta un annoso ciliegio chiamato da Tiziano Terzani “l’albero dagli occhi”. In questo campicello che domina l’intera valle ed il paese di Orsigna lo scrittore soleva raccogliersi 0h15′-1h20′.
Si ritorna alle Case Aldria dove si attraversa di nuovo il borgo giungendo sulla mulattiera segnata col N. 5 che seguiamo in discesa fino alle case Morello 0h25′-1h45′.
Si attraversa la strada e si scende con svolte con l’unica mulattiera ben massicciata che in un vasto castagneto giunge sulla strada asfaltata in prossimità di una bella maestà. Verso sinistra la strada ci porta al Mulino di Giamba posto a fianco di un ponte prima del quale si stacca sulla destra una mulattiera che seguiremo poi 0h20′-2h05′.
Con la strada principale facciamo un’andata-ritorno per visitare il piccolo paese di Orsigna Chiesa (negozio di alimentari e bar presso la pro-loco) e tornati al mulino di Giamba, 0h10′-2h15′, scendiamo a sinistra nel fondovalle dove si trova un seccatoio, visitabile ed un secondo mulino interessanti ai fini didattici. Dal mulino, 0h05′-2h20′, si prende verso sinistra una stradetta ghiaiata che percorre il fondovalle del torrente Orsigna fino a giungere a fianco del ponte per Farinelli, sulla strada principale Orsigna-Pracchia 0h20′-2h40′.
La seguiamo in discesa, attraversiamo il ponte sul torrente e al primo bivio, 0h25′-3h05′, saliamo a destra in direzione di Pianaccio con una carrozzabile erta che abbandoniamo all’abitato detto La Casa che troviamo sulla destra già in vista nel fondovalle della stazione ferroviaria di Pracchia,0h25′-3h30′.
Di fronte alla prima casa attraversa la strada il sentiero segnato col numero 33 che seguiamo in discesa passando un ripido castagneto di recente sfoltito giungendo ad attraversare una carrozzabile e proseguire con una mulattiera a sinistra di una casa. La strada termina presto su una carrozzabile che ci porta in discesa alla passerella pedonale sul Reno vista il giorno prima, attraversata la quale siamo al bar e verso destra alla stazione dei treni di Pracchia, 0h30′-4h00′.
Bibliocartografia consigliata:
Paolo Cervigni: Guida ai sentieri dell’alto Appennino bolognese dal Reno al Corno alle Scale. Ed. L’Escursionista – Rimini